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Dopo il caso di Albano, chiesto intervento di Regione e ATS

FNP dalla parte degli ospiti in RSA

Le famiglie rischiano di perdere il posto anche nelle "convenzionate"


In attesa di una specifica verifica legale sulla bontà delle Vs. decisioni, onde evitare ulteriori disagi alle famiglie e problemi organizzativi alle strutture riceventi, Vi invitiamo a rimuovere gli elementi ostativi sopra riferiti, che causano costi e difficoltà a degenti e famiglie garantendo tempi certi per la definizione della procedura”.

Così, CISL Bergamo, FNP Bergamo, FNP Lombardia e ADICONSUM scrivono alla residenza Primavera di Albano, dopo le varie testimonianze di partenti degli anziani ospiti per lungaggini e rincari pesanti per le pratiche di dimissione.

Riceviamo continue segnalazioni per i problemi legati alle dimissioni di congiunti dalla Residenza per il trasferimento in RSA Convenzionate: questi comportano gravi costi e lungaggini anche per la necessità di isolamento disposta dalla delibera regionale che dispone in merito”, si legge nella lettera indirizzata anche al presidente della Lombardia Fontana, oltre che all’assessore Gallera e alla presidenza dell’ATS di Bergamo.

A questi ultimi, le strutture della CISL chiedono “di intervenire con urgenza al fine di una risoluzione delle questioni sopra menzionate, ma visto il costo presentato di 12.000 euro per 15 giorni di degenza, riteniamo opportuna un'indagine e un controllo approfonditi presso la RSA che si pregia su carta intestata di essere accreditata da regione Lombardia”.

A oggi sono già quasi una decina le famiglie che si sono rivolte alla CISL, che ha sollevato il caso qualche giorno fa, per chiedere un intervento capace di sbloccare una situazione che rischia di compromettere anche il passaggio a altra RSA.

In provincia, infatti, solo una decina di strutture ha potuto riaprire, grazie a un piano di interventi in materia di sicurezza imposti dalla regione. E queste RSA impiegano pochissimo tempo a “pescare” dalle liste d’attesa. “Se la situazione alla Residenza Primavera non si sblocca - dicono infatti i parentirischiamo di perdere anche il posto nell’altra RSA, che non vuole giustamente attendere i tempi lunghi che Regione Lombardia e ATS determinano”.

Facciamo fatica a pensare che alcune famiglie si possano permettere una retta alberghiera talmente esorbitanti dicono Caterina Delasa, segretaria generale FNP CISL Bergamo, e Mina Busi, presidente ADICONSUM Bergamo -. Stiamo parlando dei nostri genitori e nonni in condizione di grave non autosufficienza, affetti da patologie complesse e multifattoriali non più gestibili a domicilio da familiari o badanti, nemmeno con l’aiuto dei Servizi socio-sanitari. La Regione Lombardia artefice delle disposizioni del DGR per il COVID19 deve intervenire per coprire i costi aggiuntivi. Non si può permettere di aumentare unilateralmente la retta che grava in modo iniquo e improponibile sulle famiglie”.



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