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In un anno quasi si sono contati 1000 assegni in meno

Bergamo e la pensione anticipata

Corona (Fnp Cisl Bg): "Forse l'emergenza Covid spingerà la Quota 100"


Anche a Bergamo, come nel resto dell’Italia, calano le richieste di pensionamento anticipato. Nell’ultimo anno, i nuovi pensionati sotto i 60 anni sono quasi mille in meno rispetto al 2019. In pratica, solo “quota 100” non ha perso la spinta propulsiva a un anno dal varo, anche se pure questa forma di anticipo si rivela che “non è una misura per donne”. Dallo scorso anno a questo, infatti, il totale delle “quote 100” sale di 657 unità, ma la parte femminile scende di 45 domande accolte. Il raffronto è ancora più impietoso se si prende in considerazione il dato  del 2018: in due anni la parte maschile dei pensionamento nella fascia interessata è andata dai 15.291 ai 16.277; quella femminile dai 7.478 ai 7.072 di quest’anno

L’Osservatorio sui flussi di pensionamento dell’Inps registra, nel primo trimestre del 2020, una sostanziale parità tra pensioni di vecchiaia e anticipate, e l’analisi di FNP CISL Bergamo conferma 239 pensionamenti anticipati (cioè prima dei 67 anni) meno rispetto allo scorso anno.

Dal 2019 al 2020 non c’è stata quindi nessuna impennata al ricorso quota 100 – sottolinea Roberto Corona, della segreteria FNP CISL di Bergamo -. Nei primi tre mesi dell’anno le nuove domande presentate per “Quota 100” sono state circa la metà rispetto a quelle registrate nel 2019. Ma su questo dato potrebbe incidere l’attuale emergenza: da adesso in avanti molti lavoratori con 62 anni di età e 38 di contributi – i “requisiti minimi” – potrebbero valutare l’uscita anticipata che, in altre circostanze, non avrebbero preso in considerazione”.

Restano però evidenti le difficoltà che continuano a sussistere per le donne rispetto al raggiungimento dei requisiti di legge utili per l’accesso al pensionamento flessibile. Le lavoratrici andate in pensione anticipata sono circa il 30% del totale, mentre per le pensioni di vecchiaia nello stesso periodo la percentuale sale al 50%. Questo non fa altro che confermare ancora una volta quanto sia difficile per le donne accedere alla pensione anticipata, per la quale sono chiesti più contributi e carriere più costanti. Un dato di fatto che motiva ulteriormente la nostra idea rispetto alla necessità di forme compensative per i requisiti di accesso alla pensione, come quello dello scomputo di un anno per ogni figlio. “Evidentemente – conclude il sindacalista – dobbiamo continuare a proporre,  e a agitarci di più”.


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